Tutto cambia irrimediabilmente in un lampo. La fine di
un sogno e l'inizio di una nuova avventura. In questa stagione i capi
di bestiame liberi di pascolare allo stato brado sono migliaia e in queste
condizioni, con le pianure per larga parte allagate, rappresentano un
costante pericolo per la circolazione nell'unica strada asfaltata di questa
regione, spesso infatti si deve ricorrere a frenate d'emergenza perché
un placido burro (asino) decide di attraversare la strada.
A un certo punto, 150 km a est di Kiffa, meta della tappa del giorno,
da un branco di cammelli al pascolo nei pressi del ciglio sinistro della
carrozzabile si stacca un capo probabilmente allarmato dal rumore della
moto in arrivo, attraversando al trotto la mia traiettoria. D'istinto
cerco di passare davanti a lui, puntando l'altra corsia ma questo si rivela
essere un errore fatale, da principiante, perché, mi spiega poi
la guardia che mi ha prestato i primi soccorsi, i cammelli non cambiano
mai la loro traiettoria fermandosi o deviando come potrebbero fare un
cane o una capra. Lo scontro è fortissimo, lo colpisco nella zampa
anteriore con la moto e vengo sbalzato fuori strada, in mezzo alla ghiaia
e alle pietre a lato. Mi rendo conto quasi subito, con una emozione indescrivibile,
di non essermi fatto nulla di grave, di avere subito delle forti contusioni
alle gambe e al fianco, di avere anche delle profonde grattate su ginocchio
e gomito sinistro, ma grazie all'abbigliamento con protezioni e agli stivali
non ho nulla di irreparabile. Disteso supino scoppio a ridere, la gioia
di non essermi fatto realmente male di essermi reso conto di aver provato
tutte le emozioni provate cinque anni prima con la consapevolezza di essere
molto distante da una qualsiasi struttura di soccorso sanitario, sopra
di me la guardia che io e Miguel stavamo accompagnando in città
mi osserva preoccupato ma subito si rende conto che non è accaduto
nulla di drammatico, nulla che comprometta la salute, mia e del cammello.
"C'est la vie", questa è proprio la vita, in grado di
farmi apprezzare anche un momento difficile come questo, la moto distrutta,
il viaggio fallito ma una grossa lezione imparata, perché qui ho
conosciuto persone che mi hanno dato tutto quello che potevano senza chiedere
nulla in cambio. La guardia, che è rimasta vicino a me finché
non si è trovato il mezzo di trasporto, con il quale ha anche fatto
la trattativa per me, disponibile a riportare padrone e moto a nouakchott
nonostante non fosse più tenuta a farlo, Miguel, insostituibile
il mio fumato amico Miguel, raccatta tutte le mie cose, risistema sul
cavalletto la moto e invece che proseguire il viaggio mi sta vicino anche
il giorno successivo, allungando così il suo percorso di oltre
1000 chilometri, perdendo oltre due giorni del suo tempo e con la certezza
che non sarebbe ripartito finché io non fossi stato in condizione
di riprendere la via del ritorno.
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