Diario di un viaggio a metà

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Parte 4

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Tutto cambia irrimediabilmente in un lampo. La fine di un sogno e l'inizio di una nuova avventura. In questa stagione i capi di bestiame liberi di pascolare allo stato brado sono migliaia e in queste condizioni, con le pianure per larga parte allagate, rappresentano un costante pericolo per la circolazione nell'unica strada asfaltata di questa regione, spesso infatti si deve ricorrere a frenate d'emergenza perché un placido burro (asino) decide di attraversare la strada.
A un certo punto, 150 km a est di Kiffa, meta della tappa del giorno, da un branco di cammelli al pascolo nei pressi del ciglio sinistro della carrozzabile si stacca un capo probabilmente allarmato dal rumore della moto in arrivo, attraversando al trotto la mia traiettoria. D'istinto cerco di passare davanti a lui, puntando l'altra corsia ma questo si rivela essere un errore fatale, da principiante, perché, mi spiega poi la guardia che mi ha prestato i primi soccorsi, i cammelli non cambiano mai la loro traiettoria fermandosi o deviando come potrebbero fare un cane o una capra. Lo scontro è fortissimo, lo colpisco nella zampa anteriore con la moto e vengo sbalzato fuori strada, in mezzo alla ghiaia e alle pietre a lato. Mi rendo conto quasi subito, con una emozione indescrivibile, di non essermi fatto nulla di grave, di avere subito delle forti contusioni alle gambe e al fianco, di avere anche delle profonde grattate su ginocchio e gomito sinistro, ma grazie all'abbigliamento con protezioni e agli stivali non ho nulla di irreparabile. Disteso supino scoppio a ridere, la gioia di non essermi fatto realmente male di essermi reso conto di aver provato tutte le emozioni provate cinque anni prima con la consapevolezza di essere molto distante da una qualsiasi struttura di soccorso sanitario, sopra di me la guardia che io e Miguel stavamo accompagnando in città mi osserva preoccupato ma subito si rende conto che non è accaduto nulla di drammatico, nulla che comprometta la salute, mia e del cammello.
"C'est la vie", questa è proprio la vita, in grado di farmi apprezzare anche un momento difficile come questo, la moto distrutta, il viaggio fallito ma una grossa lezione imparata, perché qui ho conosciuto persone che mi hanno dato tutto quello che potevano senza chiedere nulla in cambio. La guardia, che è rimasta vicino a me finché non si è trovato il mezzo di trasporto, con il quale ha anche fatto la trattativa per me, disponibile a riportare padrone e moto a nouakchott nonostante non fosse più tenuta a farlo, Miguel, insostituibile il mio fumato amico Miguel, raccatta tutte le mie cose, risistema sul cavalletto la moto e invece che proseguire il viaggio mi sta vicino anche il giorno successivo, allungando così il suo percorso di oltre 1000 chilometri, perdendo oltre due giorni del suo tempo e con la certezza che non sarebbe ripartito finché io non fossi stato in condizione di riprendere la via del ritorno.

 

     
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