Diario di un viaggio a metà

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Parte 3

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Due chiacchiere con Miguel, dei progetti futuri, del modo di intendere il viaggio e si decide di formare la squadra verso il Burkina Faso, poi si vedrà. A lui però mancano i documenti per entrare in Mali e la mattina è dedicata a questo, e a fare quattro passi nella capitale Mauritana, qualche villa e tante baracche. Qui i contadini sono arrivati dall'est, dalla Rue du l'Expoir, mano a mano che le pianure alluvionali tra Aleg e l'ultimo baluardo di civiltà Nemà diventavano sempre più sterili, anche se credo che la responsabilità di questa sterilità sia da ricondurre prevalentemente alla scarsa, anzi, pressoché nulla cultura del lavoro che hanno questi popoli, la totale indolenza dei molti uomini, in prevalenza di etnia senegalese che durante il giorno non fanno letteralmente nulla,passare il tempo chiacchierando, bighellonando nei paesi senza scopo, solo per tirar sera, vivendo nell'immondizia da loro stessi accumulata in ogni angolo, nelle strade, tra le case, ovunque.
Nulla viene fatto per migliorare il tenore di vita, come se a questi popoli non importasse gran ché di canoni conosciuti da noi come igiene, (i bimbi fanno il bagno in putride e puzzolenti pozze di acqua piovana insieme a animali, nelle quali spesso però si trovano anche carcasse di bestie morte e lasciate a decomporsi lungo la via) dell'avere una casa dove proteggersi, o più semplicemente di sfruttare le piene che ogni anno allagano queste pianure verso l'agricoltura. Nessun campo è anche rudimentalmente coltivato, le bestie sono magre al limite della sopravvivenza e le abitazioni sono piccoli parallelepipedi fangosi sul ciglio della strada principale, incredibilmente sporchi. Nella stagione delle piogge, la nostra estate, tutto viene allagato, le vie tra le case, le pianure dove pascolano gli animali e in queste condizioni gli spazi senza acqua diventano piccole isolette contese tra asini, mucche, capre e esseri umani. L'uomo qui è solo una piccola parte di un grosso ingranaggio, nessuno pensa che gli animali siano al proprio servizio e debbano avere spazi riservati, si trovano spesso la notte i greggi di vacche girovagare per gli stretti vicoli dei paesi in cerca di qualcosa da ruminare, passando placidamente tra gli umani che dormono stesi sotto dei panni sulla terra, all'aperto.

Proseguendo vero est sulla transmauritanienne arrivo ad Aleg, descritto come uno dei centri urbani piu' grossi del paese ed importante centro burocratico della regione ai miei occhi appare come tutti gli altri paesi attraversati, fango e sporcizia a far da cornice ad una delle regioni più povere di questa parte di Africa.
Ormai la sabbia gialla che copre gran parte della Mauitania ha ceduto il posto a una vasta pianura alluvionale che proprio in questa stagione è completamente sommersa dalle piogge torrenziali. La temperatura è calda ma gradevole e gia' sogno il vero motivo di questo mio viaggio, la brousse, i suoi paesi, il Mali tra pochi giorni, porta principale verso l'Africa subsahariana.

Fino a questo momento è stata molto lunga, oltre 6000 km in zone quasi sempre desolate e prive di quasi tutto cio' a cui siamo abituati ma ora le prospettive stanno cambiando, comincio ad incrociare uccelli dalle piume colorate di sgargianti Verdi e Blu prendere il posto di quelli color sabbia indistinguibili dal terreno. Il verde diventa il colore dominante, le piante rigogliose per le piogge che vanno a ricoprire la terra del caratteristico color rosso e gli abitanti di piccoli villaggi non sono piu' vestiti di cenci ma sono abbigliati nei loro variopinti abiti dagli enormi copricapo che qui non hanno un significato turistico ma hanno un loro ben preciso scopo etnico e gerarchico.

 

     
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