Diario di un viaggio a metà

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Parte 6

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Con un forte vento contrario caldo al punto che fatico a respirare ed in grado di asciugare gli occhi in pochi istanti, ripercorro a ritroso la via che pochi giorni fa mi aveva condotto verso un sogno, carico di timori, di paure date dall'ignoto ma anche carico di aspettative, di voglia di conoscere un pochino di più questa piccola e suggestiva parte di mondo, regolata da forze molto differenti dalle nostre, con una concezione del tempo e dei valori diametralmente opposti ai nostri, abitata da gente semplice, impegnata a trascorrere le giornate per il cibo e non interessata al consumismo e alla rincorsa alla ricchezza che ogni occidentale rincorre per tutta la vita, spesso senza nemmeno rendersene conto.

In pochi giorni tutto è cambiato. Il vento che ora proveniente dall'interno ha cambiato tutto, la strada in più punti è ricoperta da basse dune da aggirare e il manto di sabbia ha cancellato ogni
Cosa sulla pista, le tenui tracce delle vetture da seguire per aggirare le grosse piscine di sabbia, fino anche ai bordi della pista, in alcuni tratti completamente assenti. Quando entro nella sabbia molle è un compito decisamente arduo venirne fuori e per questo impiego quasi otto ore per compiere le poche centinaia di chilometri che mi separano dal confine marocchino varcato in direzione opposta solamente pochi giorni fa.
L'ultima notte in Mauritania la passo da Ali ob majub, proprietario di un campeggio base di partenza per tutti i viaggiatori verso l'interno del paese, a Nouadibou.

Quasi tre giorni di nave, da Tangeri a Genova, per riflettere, per assimilare un'esperienza che anche se dall'epilogo inaspettato lascerà in me il segno indelebile delle persone conosciute, della magnificenza e allo stesso tempo della crudeltà del deserto.
I piaceri più autentici da un viaggio in Africa scaturiscono da piccole cose: buon umore, vitalità e apertura verso il "nuovo" sono tratti caratteristici che fanno sembrare conservatrici le culture del mondo occidentale, per certi versi insulari e gelose dei propri privilegi.
Entrare in un negozio e iniziare una conversazione senza prima essersi scambiati una lunga serie di saluti e convenevoli è assolutamente impensabile. Se s'inciampa per strada i passanti si fermano per dire "mi dispiace" o qualcosa del genere; insomma, in Africa non si passa mai inosservati e capita di salutare almeno cento volte al giorno.
Questo senso di familiarità investe gli eventi di ogni giorno e mitiga le fatiche affrontate: viaggiare in questa regione non è quasi mai facile. Spostarsi con la moto significa dover affrontare caldo torrido, piogge torrenziali, strade sconnesse, a volte insabbiate e altre allagate, attraversate da fiumi; significa dover subire incomprensibili e a volte protratti ritardi ai posti di blocco e spesso di dover fare regali a dir poco esosi.

Dal punto di vista fisico si è costantemente sotto pressione, acqua corrente e abiti puliti spesso diventano lussi inaccessibili.

Si può certamente viaggiare in condizioni meno disagevoli noleggiando un'auto con aria condizionata o usando l'aereo quando possibile e scegliendo solo di alloggiare nelle città e in alberghi dignitosi.
Viaggiare può apparire spesso un'opera titanica, con spostamenti ardui e pieni di mille imprevisti e per questo il fascino dell'autentica Africa Occidentale può sembrare difficile da cogliere. Peraltro, le difficoltà materiali formano uno sfondo sul quale ogni esperienza e osservazione si staglia con chiarezza.
La sensualità che l'Africa presenta agli occhi occidentali è incontestabile, la lucentezza della terra rossa e della vegetazione color smeraldo, la sinuosità in continuo movimento delle dune di sabbia, gli odori che confondono l'olfatto, del cibo che cuoce al fumo del carbone, al terreno umido, ai mille frutti e spezie, le nuvole incombenti che riempiono il cielo all'inizio delle piogge, i villaggi di case di fango cotte al sole levigate e modellate come fossero ceramiche, i ritmi melodiosi delle lingue africane e quella mezz'ora di frescura che precede l'alba, quando il lieve suono dei campanacci del bestiame s'innalza dalla foschia polverosa.
Queste sono immagini che restano impresse per molto tempo, quando ormai il ricordo di certi spostamenti terrificanti non è diventato latro che un divertente aneddoto.

Matthias

 

     
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